Consigli utili per email marketing e newsletter

10 Settembre 2012

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Tutti noi possediamo un database di contatti aziendali.

Ma siamo davvero sicuri di sfruttarlo a dovere?! Email marketing e newsletter in questo possono aiutarci!

Dopo una breve pausa estiva, al mio rientro volevo affrontare un argomento che mi sta particolarmente a cuore in ambito di web marketing: email marketing e newsletter. Non è mia intenzione scrivere un articolo per sciorinare numeri quali gli oltre 180 miliardi di email che ci si scambia quotidianamente nel mondo o altro.

È mia intenzione invece partire da un semplice dato di fatto: tutti noi possediamo un nostro database di contatti aziendali (chi più e chi meno organizzato) suddiviso tra clienti, prospect, fornitori, agenti, ecc …

Bene, ma siamo veramente sicuri di sfruttare a dovere questo potenziale o siamo troppo indaffarati a “ricercare quotidianamente” nuovi clienti senza ricordarci minimamente di quelli già faticosamente acquisiti?! Quello che riporto in questo articolo è ciò che periodicamente raccomando sempre ai miei clienti, quando parlo di DEM (direct email marketing) o email marketing in genere.

Ci sono ovviamente molteplici valide strategie per cercare di rimanere “impresso” nella mente dei propri clienti, prospect, lettori del sito o blog aziendale oltre che per mantenere tutti aggiornati su ogni nuovo contenuto che verrà pubblicato in questi ultimi.

I momenti migliori per inviare la nostra newsletter

Uno di questi è ovviamente ciò di cui sto parlando: l’invio di newsletter attraverso campagne di email marketing. La prima cosa da tenere bene a mente sono i momenti “migliori” nei inviare la nostra newsletter. Naturalmente non esiste una verità assoluta e facendo io stesso uso di questi strumenti vi posso garantire che molto del “successo” di una newsletter dipende dalla tipologia di comunicazione che stiamo inviando, l’orario di invio, il giorno, ecc

Se dovessi però provare ad identificare con “Bollino Verde” (come comunemente si fa quando si parla di traffico stradale) i momenti migliori per inviare la nostra newsletter, direi:

1

Mattina dalle 9 alle 10

in quanto in questa breve fascia oraria siamo più propensi, dicono alcuni studi, a leggere e porre attenzione a ciò che riceviamo tramite e-mail.
2

Pausa pranzo dalle 12 alle 14

in quanto molti, trattenendosi in ufficio o rientrando prima dell’orario prestabilito, dedicano attenzione alla corrispondenza
3

Pomeriggio dalle 15 alle 17

ma solo se il nostro messaggio è forte e riesce a superare il momento di “stanchezza” lavorativa accumulata durante il giorno.
4

Sera dalle 17 alle 19

questo pare essere uno dei momenti migliori dopo la fascia dalle 9 alle 10 per catturare l’attenzione di possibili clienti, soprattutto con e-mail di carattere B2B o promozionale.
5

Giornata dalle 19 in poi

se la nostra proposta è legata a possibili shopping online, vacanze, fitness o tempo libero questo pare essere uno dei momenti migliori per l’invio della nostra comunicazione.

“Bollino Rosso” invece, quindi fasce orarie che sarebbe bene evitare, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 15 in quanto c’è il rischio che i nostri clienti, o potenziali tali, siano troppo presi dalle proprie attività giornaliere. Ripeto, queste sono indicazioni di massima in quanto sappiamo bene che molto dipende dalla giornata lavorativa di ognuno, dal fuso orario, eventuali festività e da incalcolabili imprevisti lavorativi che sono all’ordine del giorno.

Indiscutibilmente poi, uno dei vantaggi principali di questo strumento è quello di poter ottenere dei report dettagliati sui risultati ottenuti, tra cui: tasso di apertura, numero di click, numero di conversioni, ecc.

Ogni buon software di creazione e invio newsletter (ma non solo) può aiutarti ad individuare cosa funziona e cosa no. Abbinando poi il potenziale delle librerie di Google Analytics e inserendo poche porzioni di codice nel template della e-mail il gioco è fatto. Vediamo quindi velocemente quali dati, ad ogni invio di newsletter, posso monitorare:

IL TASSO DI APERTURA

Questo indicatore rappresenta, in percentuale, il numero di e-mail aperte per ogni newsletter inviata. Se questo valore è troppo basso, evidentemente il testo dell’oggetto (il titolo dell’email) che è stato scelto è inadatto, fuori contesto, oppure il campo con l’indicazione del mittente ispira poca fiducia.

Personalmente prediligo tracciare dati quali i click ottenuti in quanto il tasso di apertura è soggetto in se non vuol dire che la mail sia stata davvero letta ne tanto meno compresa. Inoltre, per limiti puramente tecnici (Javascript inibiti dai client di posta, tanto per dirne una) questo dato non corrisponde comunque alla realtà.

IL TITOLO DELL’E-MAIL

Questo è un campo fondamentale. Nessuno aprirà mai una newsletter se il titolo utilizzato non risponde alle necessità o alle aspettative del target di riferimento. Fate inoltre attenzione a non commettere errori di ortografia, ad utilizzare un titolo poco interessante o semplicemente “troppo commerciale”.

Ma cosa intendo per un titolo “troppo commerciale”? Ad esempio quando ricevo newsletter con espressioni “pleonastiche” come “offerta imperdibile” o “fantastico sconto“ penso subito a spam o tentativi di truffe. Capita anche a voi? Un buon titolo dovrebbe creare un buon livello di curiosità, rimanendo al contempo quel tanto che basta esplicativo del contenuto dell’e-mail. Con l’esperienza e soprattutto con qualche “errore di percorso” imparerete ad evitare che una mail, per quanto interessante, possa finire cestinata.

IL TASSO DI CLICK

Eccolo qui, questo è l’indicatore che preferisco. Rappresenta il numero di click generati ogni “n” e-mail inviate. Ogni newsletter che si rispetti dovrebbe contenere una “call to action” (un invito all’azione/click) come ad esempio la lettura di un approfondimento o l’acquisto di un prodotto.

Questo di solito comporta che si venga reindirizzati al sito del mittente o ad una pagina web creata ad hoc (landing page) compiendo così l’azione desiderata dal mittente. Un basso tasso di click, aimè, indica naturalmente che il contenuto era poco interessante o inadatto al target o forse poco coerente rispetto al titolo dell’e-mail.