L’e-Commerce è un settore in forte crescita, anche in un momento di incertezza economica come questo. Analizzando le richieste dei clienti che aspirano ad ampliare la propria attività (quando di non iniziarne una ex-novo!) con il commercio elettronico, spesso ci rendiamo conto di quanti preconcetti e false aspettative vi ruotino attorno.
Con una serie di brevi articoli prenderemo in esame i quattro “falsi miti” molto comuni in cui può incappare chi approccia per la prima volta al commercio elettronico.
Il primo mito: avviare un sito di e-Commerce è economico … o no?
La prima domanda che l’aspirante venditore si pone è sempre: ma quanto mi costi? Il mondo dell’IT – visto da fuori – è pieno di fortune leggendarie costruite nell’arco di pochi mesi con l’impegno di qualche “smanettone”, magari che programma nella solitudine del proprio garage. E’ un’immagine suggestiva, ma che esclude dalla propria narrazione i tanti progetti naufragati tra errori tecnici, pagine mai visitate, web-marketing inesistente, promozioni cadute velocemente nel dimenticatoio.
L’e-Commerce è un’attività complessa che va affrontata con una strategia chiara e razionale, di cui il sito è solo il punto di partenza. Pensiamo a chi apre una qualsiasi attività commerciale:
- sceglie fornitori e prodotti, oltre che collaboratori specializzati nel settore;
- pianifica una strategia di prezzi anche in base alle attività concorrenti;
- cerca una posizione che consenta di avere quanti più clienti possibile (con facilitazioni quali parcheggi, vetrine esposte su strade di grande passaggio, etc.);
- organizza la logistica (magazzino, spedizioni, etc.);
- pianifica la promozione dei propri prodotti…
Tutte queste attività hanno una corrispondenza perfetta anche per quel che riguarda un sito di commercio elettronico. La vetrina? Un layout grafico semplice ed accattivante, che valorizzi i punti di forza dei prodotti. La posizione? La facilità di trovare il proprio sito attraverso tecniche di posizionamento sui motori di ricerca (SEO). La promozione dei prodotti? Campagne di web-marketing sui social e Adwords. E così via…
Ora, facciamo un veloce confronto.
Avviare un’attività in franchising nella ristorazione (gelaterie, yogurterie, pizze al taglio…) può richiedere costi medi tra i 25.000 e i 100.000 euro. Altri formule di franchising nel settore dell’abbigliamento (ad esempio la catena Yamamay) partono da un investimento di start-up di almeno 35.000 euro. Questo escludendo l’acquisto dell’arredo (nel caso di Yamamay stimato in 600 euro al metro quadro, con una superficie minima di 90 mq.), affitto dei locali, impianti e così via. Con le dovute proporzioni, come potrebbe il commercio elettronico discostarsi da altre attività simili?
L’e-commerce è un’attività commerciale come le altre e, nella maggior parte dei casi, gli investimenti richiesti vengono semplicemente “spostati” da un settore fisico e tangibile (l’espositore di una vetrina) ad uno più virtuale ma altrettanto indispensabile (il layout grafico di una pagina prodotto, con tutte le funzionalità di ricerca, galleria immagini, recensioni utenti, etc.). Il budget di cui tenere conto non può quindi escludere tutti gli aspetti dell’attività, quali:
- l’architettura hardware (hosting) e software (piattaforme per l’e-commerce)
- l’inserimento dati (data-entry) del proprio catalogo prodotti
- scelta degli appropriati metodi di pagamento (inclusi i gateway bancari)
- l’integrazione con i gestionali, la logistica e il magazzino
- la promozione e il posizionamento sui motori di ricerca
- l’aggiornamento tecnologico.
Ognuno di questi aspetti richiedono scelte ponderate che nascono da un know-how specifico. Ad esempio, le performance del sito possono essere influenzate dalle dimensioni del catalogo prodotti e dal traffico generato dagli utenti.
La conclusione? Pensare che un’attività di e-commerce sia economica è una semplificazione che può portare – paradossalmente – a sprechi e passi falsi. Partire da un budget realistico e proporzionato ai propri obiettivi è il primo step verso l’avvio di un’attività efficace.
Consulta i 4 miti da dell’e-commerce da sfatare:
- Il primo mito: avviare un sito di e-commerce è economico … o no?
- Il secondo mito: l’e-commerce cannibalizza il commercio tradizionale?
- Il terzo mito: copiare le pagine prodotto?
- Il quarto mito: un e-commerce con catalogo prodotti ridotto?
5 commenti
avrei intenzione di investire una piccola somma e ho trovato un merchandise che con circa 3000 euro mi offre di costruire un sito ecommerce per la vendita dei loro prodotti.il mio obiettivo è quello di integrare un po quello che ora riesco a guadagnare.A cosa vado incontro?grazie saluti
Salve Roberto,
premesso che senza informazioni è difficile rispondere alla tua domanda, fornire un ecommerce a 3000 Euro significa sostanzialmente offrire un sito “preconfezionato” – probabilmente ti daranno giusto la possibilità di cambiare qualche parametro (es. logo), ma dubito che tu possa personalizzare il sito sulla tua offerta o sulle tue modalità di lavoro. Come ho scritto poco sopra, lavorare con un ecommerce non significa semplicemente “avviare” il sito, ma supportarlo continuamente con operatività quotidiana (gestione ordini, logistica, modifiche ai contenuti) e promozione (marketing offline e online). Ti posso assicurare che, con gli investimenti medi che adesso si fanno negli ecommerce, anche prendere tutto quel budget di 3000 euro e usarlo per solo promozioni online (es. Adwords) porta a ben poco… quindi fai un po’ tu i conti! L’unica cosa che potrebbe effettivamente salvare un’iniziativa di questo tipo è avere un prodotto introvabile su altri canali (es. Amazon, Ebay, etc.) o ad un prezzo ultracompetitivo. Buona fortuna!
Ciao Roberto,
sono pienamente d’accordo con l’articolo e con Alberto. Dipende esattamente che cosa ti offrono con 3000, ma la cifra mi sembra davvero irrisoria per far partire un buon ecommerce.
Di solito io stimerei i costi di un ecommerce (medio) in questo modo:
1) analisi e studio di fattibilità —> €200 — €500
2) realizzazione del sito (configurazione, layaout di base, integrazione con strumenti di pagamento ecc.) —> €500 — €1000 (parliamo di un hosting economico)
3) caricamento dei prodotti: può essere fatto dal proprietario del sito altrimenti dipende dal numero dei prodotti (calcola mediamente €100 per giorno di lavoro)
4) layout, seo on page, se on site: €1000 –€2000
5) costo per ogni pagina da indicizzare per attirare traffico: €100 — €300
5) seo off site e pubblicità per i primi 2 anni: €20.000 — €50.000
Capisci bene che €3000 diventa una cifra molto aleatoria e non si capisce bene che cosa ci fai.
Il rischioè (come capita nel 99,99% dei casi) è che tu spenda questi soldi che qualcuno felicemente intasca, inizi a investire tempo nel sito e dopo un paio di anni tutto finisce nel limbo.
leggendo questi comenti un sito di vendita lo puo aprire solo un colosso come amazon o grandi marchi , mi spiace ma questa verita’ mi ha propriodeluso, 50.000$ per i primi due anni? ma non abbiamo mica i milioni ,
abbiate piu’ tato e siate piu’ elementari e sinceri perche’ 50.000 sono troppi anzi tropissimi .
mi apro 3 tabacchini con 50.00o. cmq ognuno i suoi pensieri e le sue rifflessioni
Nic ritengo che un tabacchino (come qualunque altra attività) tra affitto, utenze e altre spese vive possa richiedere importanti.
Senza contare poi eventuali stipendi di dipendenti o altro.
Mi creda che Amazon e grandi marchi aggiungono diversi zero a quelle cifre.
Ma chi sono io per controbattere la sua tesi … a ognuno i suoi pensieri, riflessioni ed investimenti 😉