Quanto costa aprire un e-commerce?
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L’e-Commerce è un settore in forte crescita, anche in un momento di incertezza economica come questo.
Analizzando le richieste dei clienti che aspirano ad aprire un e-commerce per ampliare la propria attività, spesso ci rendiamo conto di quanti preconcetti e false aspettative vi ruotino attorno.
La prima domanda che l’aspirante venditore si pone è sempre: quanto costa aprire un ecommerce?
Il mondo dell’IT – visto da fuori – è pieno di fortune leggendarie costruite nell’arco di pochi mesi con l’impegno di qualche “smanettone”, magari che programma nella solitudine del proprio garage.
Oppure di giovani ragazzi che vendono il sogno di potersi arricchire con la rivendita di qualche oggetto acquistato su AliExpress sul proprio negozio online aperto con pochi euro su Shopify.

Sono immagini suggestive, ma che esclude dalla propria narrazione i tanti progetti naufragati tra errori tecnici, pagine mai visitate, web-marketing inesistente, promozioni cadute velocemente nel dimenticatoio.



Prima di entrare nel dettaglio di quanto costa aprire un negozio online, vediamo da vicino qualche statistica riguardante l’e-commerce per avere chiaro il mondo in cui andremo ad operare.
Quanti italiani comprano online?
L’82% della popolazione italiana, ovvero circa 49 milioni su un totale di 60 milioni di cittadini, utilizza Internet. Di questi, più della metà, pari al 59% (approssimativamente 28 milioni), effettua acquisti online, generando un volume di vendite di 31,5 miliardi di euro.
Tuttavia, nonostante queste cifre, l’Italia si trova tra i paesi europei con i tassi più bassi di utilizzo di Internet e di acquisti digitali.

Come sono distribuiti gli acquisti online tra i vari mercati?
Di seguito un grafico che mostra come sono distribuiti gli acquisti online tra i vari mercati.

I dati globali non fanno altro che sottolineare l’importanza di due aspetti cruciali:
I marketplace raccolgono la maggioranza degli utenti, che dobbiamo cercare di attrarre e mantenere, guidandoli idealmente verso il nostro sito per eventuali acquisti futuri.
I siti web devono essere ottimizzati per dispositivi mobili e integrare in modo efficace i social media, consentendo ai clienti di effettuare i loro acquisti in qualsiasi luogo e momento.
I tassi di conversione medi e-commerce per settore
Ogni 100 personche visittano un e-commerce, in quanti acquistano?
La formula per calcolare il tasso di conversione è:
Tasso di conversione =
Numero totale di vendite / Numero di visitatori
Esempio: se avessi 1000 visitatori e 50 vendite, il tuo tasso di conversione sarebbe del 5%, poiché 50 ÷ 1,000 = 5%.
Qual è un buon tasso di conversione? Questo varia da settore a settore e ci sono alcuni fattori che possono influenzarlo come il dispositivo (cellulare, tablet o PC), la posizione, il costo del prodotto, la fonte di traffico ecc.
Di seguito è riportata una tabella in cui è possibile vedere alcuni esempi di tasso medio di conversione e-Commerce e le differenze da settore a settore.
Settore | % |
---|---|
Agricultural Supplies | 0.62% |
Arts and Crafts | 3.84% |
Baby & Child | 0.87% |
Cars and Motorcycling | 1.35% |
Electrical & Commercial Equipment | 2.49% |
Fashion Clothing & Accessories | 1.01% |
Food & Drink | 1.00% |
Health and Wellbeing | 1.87% |
Home Accessories and Giftware | 1.55% |
Kitchen & Home Appliances | 1.72% |
Pet Care | 2.53% |
Sports and Recreation | 1.18% |
Quanto costa quindi avviare un e-commerce?
Dai dati che abbiamo appena visto, è semplice fare due conti per renderci conto che non basta aprire un e-commerce con prodotti di dubbio valore per diventare improvvisamente ricchi. Aggiungiamoci pure che in Italia ci sono circa 32.754 e-commerce (aggiornato a gennaio 2023).
L’e-Commerce è un’attività complessa che va affrontata con una strategia chiara e razionale, di cui il sito è solo il punto di partenza.
Pensiamo a chi apre una qualsiasi attività commerciale:
- sceglie fornitori e prodotti, oltre che collaboratori specializzati nel settore;
- pianifica una strategia di prezzi anche in base alle attività concorrenti;
- cerca una posizione che consenta di avere quanti più clienti possibile (con facilitazioni quali parcheggi, vetrine esposte su strade di grande passaggio, etc.);
- organizza la logistica (magazzino, spedizioni, etc.);
- pianifica la promozione dei propri prodotti…
Tutte queste attività hanno una corrispondenza perfetta anche per quel che riguarda un sito di commercio elettronico.
- La vetrina?
Un layout grafico semplice ed accattivante, che valorizzi i punti di forza dei prodotti. - La posizione?
La facilità di trovare il proprio sito attraverso tecniche di posizionamento sui motori di ricerca (SEO). - La promozione dei prodotti?
Campagne di web-marketing sui social e Adwords. E così via…
Ora, facciamo un veloce confronto.
Avviare un’attività in franchising nella ristorazione (gelaterie, yogurterie, pizze al taglio…) può richiedere costi medi tra i 25.000 e i 100.000 euro. Altri formule di franchising nel settore dell’abbigliamento (ad esempio la catena Yamamay) partono da un investimento di start-up di almeno 35.000 euro. Questo escludendo l’acquisto dell’arredo (nel caso di Yamamay stimato in 600 euro al metro quadro, con una superficie minima di 90 mq.), affitto dei locali, impianti e così via.
Con le dovute proporzioni, come potrebbe il commercio elettronico discostarsi da altre attività simili?
Aprire un e-commerce costa come aprire un negozio fisico?
L’e-commerce è un’attività commerciale come le altre e, nella maggior parte dei casi, gli investimenti richiesti vengono semplicemente “spostati” da un settore fisico e tangibile (l’espositore di una vetrina) ad uno più virtuale ma altrettanto indispensabile (il layout grafico di una pagina prodotto, con tutte le funzionalità di ricerca, galleria immagini, recensioni utenti, etc.). Il budget di cui tenere conto non può quindi escludere tutti gli aspetti dell’attività, quali:
- l’architettura hardware (hosting) e software (piattaforme per l’e-commerce)
- l’inserimento dati (data-entry) del proprio catalogo prodotti
- scelta degli appropriati metodi di pagamento (inclusi i gateway bancari)
- l’integrazione con i gestionali, la logistica e il magazzino
- la promozione e il posizionamento sui motori di ricerca
- l’aggiornamento tecnologico.
Ognuno di questi aspetti richiede scelte ponderate che nascono da un know-how specifico. Ad esempio, le performance del sito possono essere influenzate dalle dimensioni del catalogo prodotti e dal traffico generato dagli utenti.
Pensare che un’attività di e-commerce sia economica è una semplificazione che può portare – paradossalmente – a sprechi e passi falsi.
Partire da un budget realistico e proporzionato ai propri obiettivi è il primo step verso l’avvio di un’attività efficace.
In conclusione
Come abbiamo visto, l’e-commerce non è una mera transposizione della vostra attività tradizionale online, ma è una disciplina complessa che richiede una pianificazione strategica e significativi investimenti per avere successo.
In primo luogo, l’e-commerce necessita di una piattaforma tecnologica solida, intuitiva e sicura, che offra ai clienti una facile navigazione e un’esperienza d’acquisto fluida. Questo spesso comporta investimenti notevoli in infrastrutture tecnologiche, come il sito web, il software di gestione dell’inventario, i sistemi di pagamento sicuro e la protezione dei dati dei clienti.
Inoltre, è necessario dedicare risorse significative alla creazione e gestione di contenuti di alta qualità, alla SEO, alla pubblicità online e alla gestione dei social media, tutte attività essenziali per attrarre e coinvolgere i clienti in un mercato digitale molto affollato.
Infine, ma non meno importante, l’e-commerce richiede un impegno costante per migliorare l’esperienza del cliente, attraverso la personalizzazione, un eccellente servizio clienti e una politica di reso efficiente.
Nel complesso, quindi, il successo nell’e-commerce non è una questione di “costruire e dimenticare”, ma richiede un investimento continuo di tempo, energia e risorse. La buona notizia, però, è che con la giusta strategia e il giusto impegno, l’e-commerce può aprire nuove opportunità di crescita e di raggiungimento di un pubblico globale.
Speriamo che queste considerazioni vi siano di aiuto nel prendere una decisione informata sul futuro della vostra attività nel mondo digitale.
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